Realizzato nel 1976, questo cronografo Eloga celebra la leggendaria Targa Florio, storica corsa automobilistica siciliana di endurance. L’incisione sul fondello, con la Trinacria e la dicitura “TARGA FLORIO 1976”, lo identifica come probabile commemorativo di quell’edizione, rendendolo un orologio tematico raro e di interesse collezionistico.
Design e caratteristiche estetiche
•Il quadrante è fortemente sportivo, con layout bicompax (contaminuti e secondi continui) in bianco su sfondo blu scuro testurizzato, completato da lancette rosse per le funzioni cronografiche.
•Il rehaut con scala tachimetrica e il vetro bombato aggiungono profondità e leggibilità.
•La finestra data a ore 6, integrata in modo pulito, è tipica del Valjoux 7734.
•La cassa tonneau in acciaio satinato ha linee maschili e grintose, con dimensioni generose da 48 mm, molto moderne per l’epoca.
•Sul fondello si trovano incisioni tecniche e celebrative: “Waterresistant 5 ATM”, “Incabloc”, “Swiss Made” e “Antimagnetic”, oltre al numero seriale e la grafica commemorativa.
Il movimento è il noto e affidabile Valjoux 7734, cronografo manuale con ruota a camme e funzione data, prodotto dalla Valjoux (poi parte del gruppo ETA). Questo calibro è noto per la sua robustezza, facilità di manutenzione e risposta precisa alla pressione dei pulsanti.
L’Eloga Targa Florio 1976 è più di un semplice cronografo vintage: è un omaggio al motorsport europeo, un pezzo da polso che incarna lo spirito delle corse su strada, oggi quasi scomparse. Grazie al suo stile deciso, alle dimensioni importanti e al calibro Valjoux, è un esemplare perfetto per collezionisti di cronografi sportivi e appassionati di auto d’epoca.
Punti di forza:
•Incisione “Targa Florio 1976” con Trinacria sul fondello
•Movimento Valjoux 7734 originale e ben conservato
•Quadrante bicompax di forte impatto
•Cassa oversize da 48 mm, rara per l’epoca
•Buono stato generale e funzionamento completo
IL MARCHIO ELOGA
Eloga è uno di quei marchi svizzeri poco noti al grande pubblico ma molto apprezzati tra gli appassionati e collezionisti di orologeria vintage. Fondata a Grenchen (Svizzera) nel 1917, Eloga (nome derivato da “Elogé”, che in francese significa “elogio” o “lode”) si è distinta nel corso del Novecento per la produzione di orologi robusti, affidabili e spesso innovativi, destinati a una fascia di mercato medio-alta.
Ecco alcune curiosità e punti chiave sul marchio:
Tecnica e meccanica
•Eloga è nota per aver prodotto alcuni calibri in-house nei primi decenni, ma a partire dagli anni ’50 si è affidata spesso a movimenti ETA e Valjoux, come nel nostro cronografo Targa Florio con Valjoux 7734, movimento diffusissimo tra i cronografi sportivi svizzeri dell’epoca.
•La marca ha fatto uso di sistemi antiurto Incabloc, impermeabilità fino a 5/10 ATM, e vetri bombati in acrilico con ottima leggibilità.
Eloga e il motorsport
•Eloga ha legato il suo nome alla corsa Targa Florio (come nel nostro esemplare del 1976), probabilmente tramite sponsorizzazioni o partnership locali. Questo tipo di orologi commemorativi è oggi ricercatissimo dai collezionisti, specialmente se collegato ad eventi storici.
•Non è noto se questi pezzi siano stati realmente destinati a piloti o staff, ma l’estetica “racing” e l’incisione rendono comunque il pezzo molto evocativo.
Declino e fine attività
•Come molte marche di medie dimensioni, Eloga subì duramente la crisi del quarzo degli anni ’70, non riuscendo a reggere la concorrenza giapponese (Seiko, Citizen) e dei colossi svizzeri riorganizzati (Swatch Group).
•Negli anni ’80–’90 il marchio è praticamente scomparso dal mercato internazionale, anche se il nome Eloga AG risultava ancora attivo a Grenchen fino a inizio 2000, forse solo per marchi registrati o per produzioni minori.
LA TARGA FLORIO
La corsa automobilistica più antica del mondo fu ideata a Parigi nel 1905 da Vincenzo Florio, detto “u’Cavalleruzzu”. Il quartier generale era ubicato presso il Grand Hotel delle Terme di Termini Imerese e, in prossimità del circuito, fu creata un'area per le tribune e i servizi denominata Floriopoli, dotata anche di box lunghi 180 metri posti ai lati del percorso, uniti da un cavalcavia che consentiva di passare da un lato all'altro della strada. Nella stessa località si trovavano le sezioni operative. Il montepremi in palio per la prima edizione fu di ben 50 mila lire.
Alla corsa ogni anno affluivano più di sedicimila persone appartenenti a qualunque ceto sociale. L'evento sportivo divenne così, al contempo, un'occasione mondana cui partecipavano anche le donne, elegantemente abbigliate. La corsa si svolgeva, e si svolge tutt'ora, attraverso un circuito piuttosto insidioso di quasi 147 chilometri tra monti e centri abitati delle Madonie. La difficoltà del tracciato implicava una sfida con il territorio da parte del pilota e un'attestazione di qualità delle prestazioni per le case automobilistiche che facevano scendere in campo le proprie autovetture. Le aziende produttrici vi si davano appuntamento con l'obiettivo di concorrere per il premio più ambito, la celebre targa, la cui realizzazione, insieme alle medaglie, fu affidata ai noti artisti René Lalique, Duilio Cambellotti, Leonardo Bistolfi, Henry Dropsy. L'evento era annunciato dal banditore che, suonando il tamburo, ne diffondeva la notizia nei paesi del circuito.
Tra i servizi approntati per l'occasione vi era un ristorante, due tende adibite al pronto soccorso curato dalla Croce Rossa, una sala stampa dotata di telegrafo internazionale, un tratto di ferrovia che si collegava al nodo ferroviario Palermo-Messina per consentire agli ospiti di arrivare con questo mezzo, oltre che via mare con la flotta che la famiglia Florio metteva a disposizione dei partecipanti.
Per incrementare la comunicazione degli eventi sportivi ideati da Vincenzo Florio e, soprattutto della Targa, fu ideata la rivista “Rapiditas”, illustrata da alcuni tra gli artisti più stimati all'epoca: Ettore De Maria Bergler, Luigi Bompard, William Bradley, Marcello Dudovich, Aleardo Terzi, Duilio Cambellotti, Salvatore e Guido Gregorietti, Ezio Castellucci, tra i tanti.
Nel 1978 la competizione venne trasformata in rally e rinominata Rally Targa Florio.